Stop Making Sense - acts of nonsense
in collaboration with Xavi Muñoz
In our society there is an uncontrollable disease that seems to be more serious than many others: the void of meaning. Everytime there is an event, we get lost trying to create justifications, content, and values. This morbid attachment to meaning, sometimes takes on symptoms of depression, often leading to non-acceptance of the essential impermanence of all things. On the contrary, we want to remain attached to what has value for us, and we often suffer when the inevitable process of life separates us from those things which we value.
Stop Making Sense is a call that the artist makes to herself, a sort of self invitation to the present moment, which results in a series of actions performed directly in public places, in some crucial points of a town. A succession of acts with no sense, with no reason, with no purpose, apart from the one where there is nothing to attain or realize.
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Nella nostra società dilaga incontrollabile una malattia che sembra mietere vittime più di ogni altra: il vuoto di senso. Ogni volta che abbiamo a che fare con un accadimento, ci perdiamo nel cercare giustificazioni, contenuti, valori. Questo attaccamento morboso ai significati, che talvolta prende i sintomi della depressione, male accetta l'imprescindibile impermanenza delle cose, al contrario, desideriamo restare attaccati a ciò che per noi ha valore, e soffriamo quando l'inevitabile processo di cambiamento della vita ce ne separa.
Stop Making Sense è un appello che l'artista rivolge a se stessa, una sorta di auto invito allo stato di presenza, che si traduce in una serie di azioni eseguite direttamente nei luoghi pubblici, nei punti nevralgici di una città. Una successione di atti senza senso, senza un motivo, senza un perché, senza uno scopo, a parte quello dove non vi è nulla da raggiungere o da realizzare.