Nomadic Urban Action
by and with Katia Giuliani
Città di Asti
outfit: Guen by Daniela Fiorilli
An itinerant action around the city of Asti, that takes shape at the same time it is performed. An attempt of disidentification from the meaning we give to things and take distances from a society where everything becomes increasingly measurable and calculable.
Thanks for the help: Beatrice Bordino, Daniela Fiorilli, Ginevra Gemmi
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Un’azione di natura nomade che prende forma nello stesso momento in cui viene compiuta e che si svolge per un tempo indefinito per le strade della città di Asti. Un tentativo di disidentificazione dal senso che noi diamo alle cose e che prende le distanze da una società dove tutto diventa sempre più misurabile e calcolabile.
Un sentito grazie a Beatrice Bordino, Daniela Fiorilli, Ginevra Gemmi
Production: supported by Spazio Kor
Project: Katia Giuliani
with Katia Giuliani and Paolo Mereu
Time: 77 hours non-stop live performance
77 consecutive hours under public observation 24H on 24. Do U Care? is born and develops in a completely empty space, wearing the essentials. Do U Care ...? it is an explicit request addressed directly to the viewer, since we will need his help to feed us, dress and make our 77-hour lodging livable and hospitable. A test of resistance without any certainty about "how" but also a social challenge: how much are we willing to "give"?
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77 ore consecutive sotto osservazione del pubblico 24H su 24. Il progetto nasce e si sviluppa in uno spazio completamente vuoto e con indosso l’essenziale. Sarà il pubblico a mutare questa condizione. Do U Care? si pone come una richiesta esplicita che rivolgiamo direttamente allo spettatore, poiché necessiteremo proprio del suo aiuto per vestirci, cibarci e rendere vivibile ed ospitale quello che sarà il nostro alloggio per 77 ore. Una prova di resistenza senza alcuna certezza sul “come” ma anche una sfida sociale: quanto in che maniera siamo disposti a “dare”?
Production: Recò Festival; Teatro Metastasio - 2019
Stop Making Sense / Acts of nonsense in tour
In our society there is an uncontrollable disease that seems to be more serious than many others: the void of meaning.
Everytime there is an event, we get lost trying to create justifications, content, and values. This morbid attachment to meaning, sometimes takes on symptoms of depression, often leading to non-acceptance of the essential impermanence of all things. On the contrary, we want to remain attached to what has value for us, and we often suffer when the inevitable process of life separates us from those things which we value.
Stop Making Sense is a call to myself, a sort of self invitation to the present moment, which results in a series of actions performed directly in public places, in some crucial points of a town. A succession of acts with no sense, with no reason, with no purpose, apart from the one where there is nothing to attain or realize.
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Il vuoto di senso è una malattia che dilaga incontrollabile nella nostra società. Ogni volta che abbiamo a che fare con un accadimento, ci perdiamo nel cercare giustificazioni, contenuti, principi; desideriamo restare ancorati a ciò che per noi ha valore e soffriamo quando l'inevitabile processo di cambiamento della vita ce ne separa. Stop Making Sense è un appello che rivolgo a me stessa e allo spettatore, un tentativo di guarigione e un grido di libertà dai significati, un invito e un esercizio alla presenza tradotto in una successione di atti senza senso, senza un motivo, senza un perché, senza uno scopo, a parte quello dove non vi è nulla da capire, da raggiungere o da realizzare.
Production:
Studio/Selfproduction in Madrid - various public spaces, 2014
Studio/Selfproduction in Barcelona - various public spaces, 2015
Kaldarte - Caldas De Reis (Spain), 2018; in collaboration with Xavi Muñoz
Spazio Kor - Asti, 2023
(Soluzioni rapide per evitare la follia)
2018 - 2022 (+ 2/2015)
Video Performances and Actions
Durata: 22 minuti
Manage our limits in everyday life, in the personal sphere, in relationships; every day we face the world and above all ourselves. Quick solutions to avoid Madness is a series of short self-videos of my personal 'first aid' methods, techniques that when necessary, I develop in a few minutes with the urgency to quickly improve my mental and physical condition, to deal with an uncomfortable event. Quick exercises, magical acts aimed at breaking my mental patterns to transform anger, disappointment, sadness, obsession and into reconciliation, forgiveness, acceptance.
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Gestire e far fronte ai nostri limiti nella vita di tutti i giorni, nella sfera personale, nelle relazioni; quotidianamente ci troviamo ad affrontare il mondo e soprattutto noi stessi. Quick solutions to avoid Madness sono una serie di short video registrati in diretta e poi editati, dei miei personali metodi di ‘pronto soccorso’, tecniche che all’occorrenza metto a punto in pochi minuti con l’urgenza di migliorare velocemente la mia condizione fisica e mentale per affrontare un evento scomodo. Esercizi rapidi, atti magici volti a rompere i miei schemi mentali per trasformare rabbia, delusione, tristezza, ossessione e disappunto in riconciliazione, perdono, accettazione.
Production: Villa Romana, Firenze 2022
Performance / duration 20 minutes
performer: Katia Giuliani
outfit: Andrea Sicuro
video editing and collaboration: Lynn Krol
A diary of the soul etched on clay.A litany that in repetition tends toward dissolution.A powerful last act that concludes the cathartic dance of emotions.
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Un diario dell’anima inciso sull’argilla.
Una litania che nella ripetizione tende alla dissoluzione.
Un ultimo atto potente che conclude la danza catartica delle emozioni.
Galleria L&B, Barcellona - Spagna
Produzione: Katia Giuliani, 2018
Urban Installation
Asti (Italy)
2023, jan-Feb
The installation includes 20 "advertisements" printed on large-format posters placed in different parts of the city. A Pagubo cannot be understood in conventional terms, on the contrary it requires the total annulment of the ordinary ways of understanding we are used to, the zeroing of judgment and logic. There is no universal reality, but "our" reality, there is no right or wrong, good or bad. The Pagubo can be read (and written) as it is, as a liberating act, trying to prevent the mind from shaping it into something definite.
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L’installazione include 20 “annunci” stampati su manifesti di grande formato posti in diversi punti della città. Un Pagubo non può essere capito in termini convenzionali, al contrario richiede il totale annullamento dalle modalità ordinarie di comprensione cui siamo abituati, l’azzeramento del giudizio e della logica. Non esiste una realtà universale, ma la “nostra” realtà, non esiste giusto o sbagliato, buono o cattivo. Il Pagubo si legge (e si scrive) così com’è, come un atto liberatorio, cercando di evitare che che la mente lo plasmi in qualcosa di definito.
Installation / Collective Act
Statements, dreams, nightmares, joys, pains, truths, lies, bullshit. The gallery turns into your square, your podium, your spokesperson. A megaphone is there, silent, just waiting to activate itself to amplify what you have to say to the world. So… say it!!!
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Dichiarazioni, sogni, incubi, gioie, dolori, verità, bugie, cazzate. La galleria si trasforma nella tua piazza, nel tuo podio, nel tuo portavoce.
Un megafono è li, muto, aspetta solo di attivarsi per amplificare al mondo ciò che hai da dire.
E allora… dillo!!!
Production: Micro Art Gallery - Firenze 2023
Pratiche di Contatto Amoroso a distanza
performance for one spectator each time
a project by Katia Giuliani
with Katia Giuliani
Coronavirus has imposed a change in the proxemic space in every type of relationship, but above all it has put the great game of seduction in jeopardy. In courtship, kissing, the first symbolic step towards intimate contact, has practically become off-limits and a slow, romantic courtship will probably have to wait at a safe distance from the terrible droplet. Pratiche di Contatto Amoroso a Distanza arises during the lockdown from this limit. Reinventing new ways of approach, exchange of love, tenderness and dialogue by interposing the "safety distance" from possible contagion. Using the singular extensions that arise from the fingers of both hands by means of special gloves, I involved the viewer in an intimate relationship, but at a distance, with long, thin natural prostheses, to caress, love or even convey more caustic and provocative feelings. All at a distance of 1 meter.
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Il Coronavirus ha imposto un cambiamento dello spazio prossemico in ogni tipo di relazione, mettendo a repentaglio il grande gioco della seduzione. Nel corteggiamento, il bacio, primo passo verso il contatto intimo, è divenuto off-limits e probabilmente dovrà farsi attendere per cedere il posto a un lento e romantico corteggiamento. Pratiche di Contatto Amoroso a Distanza nasce in pieno lockdown da questo limite. Reinventare nuovi modi di approccio, di tenerezze e di dialogo interponendo la distanza di sicurezza. Utilizzando delle singolari estensioni, coinvolgo lo spettatore in una relazione intima approcciandomi a lui con sottili protesi naturali per accarezzare, amare o trasmettere sentimenti più caustici e provocatori. Tutto a distanza di 1 metro.
Acapella: Katia Giuliani
Arrangements: Andrea Lovo (Cavisciolti)
Hands Outfit in collaboration with Frau Leman
Scene assistent: Stephanie Lehmann
A special thanks to Mazzanti Piume (Firenze)
Production: Santarcangelo Festival 2050 (Prima Assoluta)
2020
Public Art Intervention / Permanent installation
Public gardens “Orto del Malcantone”
Firenze | 2022
Alchemists have never been able to transform any metal into gold, but this transformation has been and is a metaphor of the long journey that a human being should take to reach knowledge, awareness and spiritual purity. From here the project “Stay”, an old and common city bench transformed into a precious object in order to enhance its primary function, that of pause and rest. Painted in gold and with a subtle chromed structural element in pure 24K gold, Stay is an invitation to contemplation, a call to stop, to stay, in order to reconnect with our being and with everything that surrounds us.
For the opening, the public (one person each time), was invited to sit on the bench, in order to cultivate the total absence of purpose, to allow the body and conscience to take 10 minutes of total rest to practice the simple “doing nothing”, without any distracting objects. No effort, no action, just stop.
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Gli alchimisti non sono mai riusciti a trasformare nessun metallo in oro, ma questa trasformazione è stata ed è una metafora del lungo viaggio che un essere umano dovrebbe compiere per raggiungere la conoscenza, la consapevolezza e la purezza spirituale. Da qui nasce Stay, un progetto che vede protagonista una vecchia e comune panchina cittadina trasformata in oggetto prezioso al fine di esaltarne la sua primaria funzione, quella della pausa e della sosta. Verniciata in oro e con un sottile elemento strutturale cromato in oro puro 24K, Stay è un invito alla contemplazione, un appello a fermarsi, a stare ed a restare per riconnettersi con il nostro essere e con tutto ciò che ci circonda. In un mondo perennemente in tumulto, niente è più urgente che imparare a stare fermi e in quiete.
Per l'inaugurazione, il pubblico (una persona per volta) è stato invitato a sedersi sulla panchina, allo scopo di coltivare la totale assenza di scopo, permettere al corpo e alla coscienza di prendersi 10 minuti di totale riposo per praticare il semplice “far niente”, senza alcun oggetto di distrazione. Nessuno sforzo, nessuna azione, semplicemente fermarsi.
Itinerant performance (in process)
Milano Malpensa (Italy), Bangkok (Thailand), Angkor (Cambodia), Siem Reip (Cambodia), Tonle Sap lake (Cambodia), Battambang (Cambodia), Phom Pehnn (Cambodia), kampot (Cambodia), Koh Tonsay (Cambodia), Koh Rong Samloem (Cambodia), Otres Beach (Cambodia), Sihankouville (Cambodia)
What is freedom? An emergency, the need to abandon control, the need to cancel the mental patterns that we are accustomed, and let the events flow without forcing. Surrendering requires a strong act of courage. With a large white flag, the undisputed symbol of capitulation, I begin a long journey Starting at Milano Malpensa and through South East Asia, in an attempt to reach freedom.
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Che cos’è la libertà? Un’urgenza, il bisogno di abbandono del controllo, la necessità di annullare gli schemi mentali cui siamo avvezzi per lasciare fluire gli eventi senza forzature. Arrendersi richiede un grande atto di coraggio. Con appresso una grande bandiera bianca, simbolo indiscusso della capitolazione, intraprendo un lungo viaggio partendo da Milano Malpensa e poi attraverso il Sud Est Asiatico, nel tentativo di raggiungere la libertà.
production: Katia Giuliani, 2019
First attempt at healing or a good omen
one partecipant each time
time: 20 minutes
languages: italian, english
Breaking objects is an archaic ritual that was made by ancient civilizations to ward off evil forces, cast out demons and dark omens for the future. In some cultures, even today, breaking plates is a good omen and it is said that smashing an object, brings an immediate beneficial effect on those suffering from repressed anger and stress.
Whatever goal you want to reach, ranging from seeing and healing symbolically from an unresolved matter, from venting frustration, or performing any superstitious action, Crash! is a project where participants are invited to perform an emotionally purging action, a ritual gesture meant for a private, intimate, personal and customized space, according to your needs.
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Rompere oggetti è un rito arcaico che veniva compiuto dalle civiltà antiche per allontanare le forze malvagie, scacciare i demoni e gli oscuri presagi per il futuro. In alcune culture, ancora oggi, rompere piatti è di buon auspicio e si dice che fare a pezzi un oggetto, porti un immediato effetto benefico a chi soffre di rabbia repressa e di stress. Qualunque sia l'obiettivo da raggiungere, sia visualizzare e guarire simbolicamente da un fatto irrisolto, sfogare la propria frustrazione o compiere un'azione scaramantica, Crash! è un progetto dove, in uno spazio privato, intimo, personale e personalizzabile, i partecipanti sono invitati a compiere un rito, un'azione catartica e liberatoria.
Production: Teatro Metastasio - Contemporanea Festival 2014/2015
Alogical trip experience
drama collaboration: Caterina Poggesi
with Maria Caterina Frani
8/16 people each time
time: 2/3 hours
Gloter viaggi is not a show, and therefore it does not need an audience. It is rather about transforming turning the spectator into an actor, into a traveler that is the main character protagonist of a show such as the discovery of the space surrounding us, an exploration that involves a strong and unbiased critical sensibility acting as a keen observer not only of space, but also of what happens inside of it, the ability to identify details. A Gloter trip, wants to be an experience through a path made up of abnormal trails, a guided drift, hovering between reality and fiction, to undermine the epistemological filters through which we are accustomed to looking at the world, in favor of the mad, the bad, the disturbing, the insignificant and the alogical.
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Gloter viaggi non è uno spettacolo, e di conseguenza non ha bisogno di un pubblico. Piuttosto, tratta di trasformare lo spettatore in attore, viaggiatore protagonista di uno show quale la scoperta dello spazio che lo circonda, un'esplorazione che presuppone un forte spirito critico (libero da pregiudizi), e una profonda osservazione non solo dello spazio, ma anche di ciò che accade al suo interno, della capacità di individuare il dettaglio. Un viaggio Gloter vuole essere un'esperienza attraverso un passaggio fatto di percorsi anomali, una deriva guidata in bilico tra realtà e fiction per mettere in crisi i filtri epistemologici attraverso cui siamo abituati a guardare il mondo. Gloter è a favore del folle, del brutto, del disturbante, dell'insignificante e dell'alogico.
Production/ for the first time: Terni Festival 2013
Contemporanea Festival 2013
installation / performance
project/concept: Katia Giuliani
video project by Johan Nordberg
5 people each time
time: 30 minutes
languages: italian/english
The ancient therapeutic function of writing and the thin membrane that separates truth from lie.
The rare privilege of privacy and anonymity. Here being should prevail over appearing, identity over visibility, whatever that may be. Beautiful or ugly, good or bad, honest people or liars, victims or victimizers. Give voice to confessions, lies or banality in anonymity and in secret, breaking up all boundaries between public and private.
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L'antica funzione terapeutica della scrittura e la sottile membrana che separa la verità dalla bugia. Il raro privilegio della privacy e dell'anonimato. Qui si è invitati a a far prevalere l’essere dall'apparire, l'identità piuttosto che la visibilità, qualunque essa sia. Belli o brutti, buoni o cattivi, sinceri o bugiardi, vittime o carnefici. Dar voce a confessioni, menzogne o banalità, in segreto e in completa anonimia, scardinando ogni confine tra pubblico e privato.
Production: Teatro Metastasio 2016
Action / Urban installation
A stimulating, almost liberating act expressed through text, much like a mute megaphone provoking discussion about the manias and obsessions of our time. Contemporary, complex and somewhat intimate topics are expressed in a single word and printed as large posters. These outcries, posted throughout the urban space, become part of the city landscape. A cathartic act that aims to creep into the urban fabric, altering conventional perceptions and giving voice to our most intimate worries.
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Una provocazione, quasi un atto liberatorio che si esprime attraverso il testo scritto, come un megafono muto che incita al confronto su smanie e ossessioni, proprie del nostro tempo. Argomenti intimi e complessi, compressi in ununica parola, stampata a lettere cubitali su enormi manifesti stradali posti in vari luoghi della città. Un'azione che si insinua prepotentemente nel tessuto cittadino, ribaltandone l'usuale percezione visiva per dare voce alle più intime inquietudini.
Production: Festival 10 Sentidos, 2016 - Valencia
Kaldarte - Caldas De Reis (Spain), 2018; in collaboration with Xavi Muñoz
www.festival10sentidos.com
Living unit / Urban actions
The Social bar is an accesorised bicycle converted into a drinks dispenser, a traveling, open air soft bar, that blends in with the urban landscape, creating rest stops and generating meetings. In my various stops with Social bar, I offer refreshing drinks to the audience to create an intimate and familiar micro space.
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Social Bar, è una bicicletta accessoriata e trasformata in un piccolo distributore di bevande, un itinerante soft bar a cielo aperto che si inserisce nello spazio urbano come luogo di sosta e generatore di incontri. Nelle mie fermate con Social Bar, offro bevande fresche al pubblico creando immediatamente un micro spazio intimo e familiare.
Production: Assessorato alla Cultura di Prato
various places, Prato - 2010
sponsor tecnico: Poltronova
installation/performance
2 people each show
time: 20 minutes
Psychologists maintain that encountering darkness is one of the most stressful emotional experiences of our time, but Blind Lunch, an itinerant table for two, becomes a refuge against the paranoia and jealousy in which we protect our personal spaces and search for physical and emotional safety. Sharing a private moment with a stranger, chosen arbitrarily by the artist, means that one must surrender to surprise, let go and let people new people in. The intimate situation forces the participates to lower their guard and view someone unknown, creating a newly discovered social tie with the "Other".
Valeria Farill
In Blind Lunch, the space is transformed in a familiar and intimate atmosphere with a lunch table in the center, where two people, who do not know each other, lunch together.
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Gli psicologi ritengono che gli incontri al buio siano una delle esperienze emotivamente piu stressanti dei nostri tempi, ma Blind Lunch, diventa un rifugio contro la paranoia e la gelosia con cui conserviamo i nostri spazi personali, cercando una specie di sicurezza fisica ed emotiva. Condividere un momento privato con una persona sconosciuta, significa arrendersi alla sorpresa, lasciarsi andare e lasciarsi invadere. La situazione apparentemente intima ci costringe ad abbassare la guardia e ad attendere lo sconosciuto, creando in tal modo un legame sociale inedito con l'Altro.
Valeria Farill
In Blind Lunch, lo spazio prescelto, sempre retrostante una vetrina, viene trasformato in un ambiente accogliente e intimo con al centro un tavolo da pranzo, punto di incontro dove due persone, tra di loro sconosciute, consumeranno un pasto insieme.
Production:
Micro Art Gallery - Firenze, 2009
Contemporanea Festival - Prato, 2010
Es.terni - Terni, 2010
Pazz Performing Arts Festival - Oldenburg, 2012
Prizes: "The best meal I've never had before" The Children's Choice Awards/Mammalian Diving Reflex - Oldenburg, 2012
Site specific installation / performance
8/10 partecipants
time: one night
Sharing a matress challenges yourself, you are challenging your ability to adapt yourself, especially if your bed-partner is a perfect stranger and, even more so if he/she is not the only one. Ninna Nanna NInna Ops! is a big collective bed for 10 spectators, it is an invitation to open up to our ability to conform to an unusual and very intimate situation.
Sound Ambient/video: Le Schwarz (Andreas Schwarzkopf) with the contribution of a number of people from the village at the project who participated by singing lullabies
www.soundcloud.com/leschwarz
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La condivisione del materasso rappresenta una sfida con se stessi, con la propria capacità di adattamento, soprattutto se il nostro vicino di letto è un perfetto sconosciuto e ancor di più, se non è da solo/a. Ninna Nanna NinnaOps! è un grande letto collettivo per 10 spettatori, un invito a mettere a nudo la nostra capacità di adeguamento ad una situazione insolita e molto intima.
Sound Ambient/video: Le Schwarz (Andreas Schwarzkopf) con il contributo di un numero di abitanti del paese che hanno partecipato al suo progetto cantando Ninne Nanne
www. soundcloud.com/leschwarz
Production: Scuola Holden for Home Festival
Castello Biondi Morra, Morra De Sanctis (Av), 2011
Technical sponsor: Poltronova Italia
Living unit / Urban actions
Far from ultra-flat screens last generation, from social networks and online chats, a van (in this case, a Piaggio Ape Poker), which is stereotypically a work vehicle normally used to transport goods, is equipped with all the guises of a "Sitting-Room", offering a space dedicated par excellence, to ospitality and conversation. During the breaks in various district of the city, I offer tea and biscuits served in elegant porcelain china cups. This becoming a means to invite the audience into my own personal space, to create connections.
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Lontano dai nostri schermi ultrapiatti ultima generazione, dai social network e dalle chat online, un motocarro, lo stereotipo del mezzo da lavoro normalmente adibito al trasporto di merci, viene addobbato e attrezzato sul pianale posteriore come un tipico salotto, offrendo ai passanti lo spazio dedicato per antonomasia all'ospitalità e alla conversazione. Durante le soste nei vari quartieri della città, offro pasticcini e tè speziati serviti in eleganti tazze di porcellana, che diventano il medium per intrattenere e invitare il pubblico a creare connessioni.
Production: Piazzart, Firenze
Florence, various places, 2008
Site specific installation / Performance
two peple each show
time 15''
The choosing of an avatar, even if preconfigured, is an attempt that intends to allow you to freely experiment with your own personality, you can choose to either simply show your own personality or give free rein to your most extreme and hidden alter ego.
If through virtual communication, we are dealing with a total absence of the body, here, on the contrary, we have to deal with our body mass, that which exists in front of us, and all that follows. Hence, using the same expressive and communicative systems as the web, iShow tries to be a bridge between the two sides of on line and off line; where the viewer assumes the role of performer and absolute protagonist.
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Scegliersi un avatar, anche se preconfezionato, è un tentativo che ha come obiettivo lo sperimentare liberamente con la propria personalità, si può scegliere di mostrare semplicemente se stessi o al contrario di dar libero sfogo al più nascosto ed estremo alter ego. Se nella comunicazione virtuale abbiamo a che fare con una totale assenza del nostro corpo, qui, al contrario, abbiamo a che fare con la nostra massa corporea e con quella di chi sta di fronte a noi, con tutto ciò che ne consegue. Utilizzando gli stessi sistemi espressivi del web, iShow tenta quindi di essere una sorta di ponte tra le due sponde on line e off line, dove lo spettatore assume il ruolo di performer e di assoluto protagonista.
Production: Contemporanea festival, 2011 - Prato
Furnitures courtesy offered by Poltronova
Perfomance / Time: 3 hours
Project: Katia Giuliani / Performer: Katia Giuliani
A reappropriation of time and space, of slowness, of gaze, of physicality. Searching reconnections. In The Walk I engage myself in a series of journeys indifferently through closed and open spaces: rooms, corridors, forests, roads, bridges, all sorts of visual landscapes. A series of journeys that I trace as they are consumed, with their rhythms, their urgencies, the pauses, the silences, the repetitions, the expectations. Walks to take moment by moment and without any destination, but with the intent to explore myself and everything around me. I haven't lost anything, everything is here, everything comes back.
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Riappropriarsi del tempo e dello spazio, della lentezza, dello sguardo, della fisicità. Cercare riconnessioni. In The Walk mi impegno in una serie di viaggi, indifferentemente attraverso luoghi chiusi e aperti: stanze, corridoi, boschi, strade, ponti, ogni sorta di paesaggio visivo. Una successione di viaggi che traccio mano a mano che vengono consumati, con i loro ritmi, le loro urgenze, le pause, i silenzi, le ripetizioni, le attese. Passeggiate da compiere attimo dopo attimo e senza alcuna destinazione, se non l’intento di esplorare me stessa e ogni cosa che mi circonda. Non ho perso niente, tutto è qui, tutto torna.
production: Contemporanea Festival; Teatro Metastasio 2019
Reconnection with people, insects, walls, marble, ceiling, lights, canvas, doors, floor and other animates and inanimates things around me
Outfit: Deamatris / Special thanks to Marianne Kronholm